Ayrton Senna forever, al Museo dell'Auto di Torino
Il 1° maggio 1994 abbiamo perso Ayrton Senna Da Silva, uno dei piloti di Formula 1 più grandi e più amati. Trent'anni dopo, una mostra a Torino e un podcast ricordano le sue imprese leggendarie
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Oggi vi porto al Museo dell’Automobile di Torino, dove ha appena aperto la mostra Ayrton Senna forever, che rende omaggio al grande campione brasiliano di Formula 1, a trent'anni dalla sua morte, a Imola, durante il Gran Premio di San Marino.
Ayrton Senna forever: trent’anni senza MagicSenna
Ricordo perfettamente il giorno in cui è morto Ayrton Senna, perché stavo seguendo il Gran Premio di San Marino e quando è uscito alla curva del Tamburello ho pensato: "Oh no, di nuovo! " Tre volte campione del mondo, era il predestinato alla vittoria mondiale di quel 1994, ma arrivava da due Gran Premi disastrosi, in cui non aveva raccolto neanche un punto, mentre Michael Schumacher, il suo nuovo rivale, stava vincendo e accumulando punti. E siccome non ho mai tifato per le auto, ma sempre per i piloti, e non ho mai sopportato Schumi, neanche ai suoi esordi, per me Ayrton era l'anti-Schumacher e mi apprestavo per la prima volta a tifare per lui per un intero campionato. E invece.
Invece ci fu la corsa disperata in ospedale e una diretta infinita da Imola e sempre grazie a Mario Poltronieri, che condusse quella giornata con partecipazione discreta, salvando molti cuori e mantenendo la calma in tante case. E, nel tardo pomeriggio di quel giorno, l'annuncio della morte. Io ero in lacrime già da ore, come buona parte dei tifosi di Formula 1. Non ho mai tifato per Ayrton Senna: ho amato Niki Lauda, Nelson Piquet, Gerhard Berger, Jacques Villeneuve, per loro ho tifato con tutto il cuore. Ayrton era sullo sfondo, mi era simpatico, mi divertiva, in certe rivalità ero dalla sua parte, se vinceva mi faceva piacere, se conquistava l'ennesima pole ci stava, se qualche suo amore celebre finiva sulle riviste le compravo (all'epoca non c'era Internet!); è stato il vincitore dell'unico Gran Premio che ho visto dal vivo, Ungheria 1988, e chissà se è stato un modo per dirmi che aveva un posto speciale.
Così ricordo alcuni Gran Premi di Ayrton: a Montecarlo, nel 1984, sotto la pioggia, quando in una lotteria di eliminazioni e sorpassi, quasi raggiunge Alain Prost, e invece fermano la gara, con la scusa di troppa acqua sul circuito, per bloccare, in fondo, anche lui. E l'anno dopo, in Portogallo, di nuovo la pioggia, i piloti mano a mano ritirati, come in un autoscontro, mentre Ayrton, da solo al comando, si invola per la sua prima vittoria. E cosa dire di Suzuka 1990, quando provoca un contatto con Alain Prost, vendicandosi dello sgarbo del francese nello stesso GP dell'anno precedente, e diventa campione del mondo per la prima volta? E nel 1991 la prima vittoria in Brasile, che gli sembrava così stregata, le lacrime d'emozione e la gioia manco fosse il campionato del mondo. E quella volta a Montecarlo, da solo e indisturbato alla guida della gara, finisce a sorpresa contro il guard rail e quando gli chiedono spiegazioni dice di aver visto Dio (un'idea che ripeterà per anni, per cui chissà cosa è successo davvero, all'uscita del tunnel). E la bandiera brasiliana, che sventolava sempre dall'abitacolo dopo ogni vittoria, perché il Brasile di quegli anni aveva solo due grandi motivi d'orgoglio, la Seleção e Ayrton Senna Da Silva. E infatti nel 1994, a Pasadena, il Brasile quattro volte campione del mondo srotolò uno striscione: Ayrton, anche tu tetracampeão. Le lacrime per quel gesto, che rendeva meno triste la sconfitta dell'Italia, ai rigori, poche settimane dopo aver perso Ayrton.
Sono passati trent'anni, ma io ricordo ancora il dolore di quei giorni e ricordo quel tributo enorme di folla, dall'aeroporto fino a São Paulo, quando le sue spoglie tornarono in Brasile. E mi rende enormemente felice che trent'anni dopo il suo ricordo non si sia perso né affievolito. Al Museo dell'Auto di Torino è aperta da pochi giorni Ayrton Senna forever, una mostra a cura di Carlo Cavicchi, mitico direttore di Autosprint in quegli anni, che conta sulla collaborazione della famiglia Senna e dell'Ambasciata del Brasile. È una mostra di grandi emozioni, un tuffo nel passato, che sa anche di anni leggendari per la Formula 1 e di gioventù per chi era adolescente negli anni di Ayrton Senna.
In un open space concepito in diverse, identificabili sezioni, propone tutte le auto da lui guidate, dai primi kart fino alla Williams, tutti i caschi da lui indossati, gialli con due strisce verdi, a ricordare il suo Brasile, tutte le tute da lui usate durante la sua carriera, con gli accessori necessari (cappellini, guanti, scarpette). Un memorabilia impressionante, il più completo mai messo insieme, assicurano gli organizzatori. Un'ondata di ricordi e di emozioni (se avete amato Senna, andate preparati agli occhi lucidi!).
La parte più commovente è quella che racconta la sua popolarità e il suo carisma. Una raccolta di riviste, filmati e libri, riporta all'atmosfera di quella Formula 1, in cui il pilota faceva ancora la differenza. Alle pareti ci sono le sue frasi più celebri, a volte filosofeggianti, sul pericolo, sulla velocità, la vita e la morte. I video, che ricordano i momenti più emozionanti della sua carriera, sono commentati spesso dalle voci dei telecronisti dell'epoca, con tutta l'euforia o la sorpresa della diretta (e bello scoprire gli occhi lucidi dei coetanei e la curiosità dei ragazzini, mentre li guardano). In una vetrina le sue lettere autografe, per augurare Buon Natale ed esprimere affetto e stima. Appare ovunque la sua grande passione e la devozione per le auto. Guidare e vincere è stato il suo unico scopo e a questo ha sacrificato il matrimonio con Lilian, gli amori quasi tutti passeggeri per modelle e celebrities (da Xuxa ad Adriane, l'ultima fidanzata, ma chissà se, nell'ombra, Carol Alt sarebbe d'accordo). Niente è stato capace di allontanarlo dalle auto e dalla fame di vittorie.
Rimane il mistero di questi trent'anni senza di lui, che non hanno scalfito la sua popolarità. Dopo ci sono stati gli Schumacher, i Lewis, i Verstappen, ma l'idea di fondo è che non basta aver vinto 1000 titoli mondiali per diventare un pilota leggendario, capace di superare i decenni come Ayrton Senna Da Silva. La mostra torinese cerca di spiegare perché chi ha seguito le sue imprese continua a ricordarlo e invita i più giovani, che non lo hanno visto correre, a scoprire la sua figura e ad avvicinarsi alla Formula 1 di quegli anni straordinari. Davvero, se siete a Torino in questi mesi, non perdetela, è aperta fino al 13 ottobre (tutte le info su www.museoauto.com
Al MAUTO anche cinque eventi per approfondire la figura di Ayrton, tutti moderati da Carlo Cavicchi.
30 maggio, ore 18.30
Il più forte di sempre?
Con Cesare Fiorio /ex direttore sportivo Ferrari (in collegamento video); Riccardo Patrese /ex pilota; Pino Allievi /giornalista; Jo Ramirez /coordinatore della McLaren dal 1984 al 2001; Daniele Audetto /ex direttore sportivo Ferrari
20 giugno, ore 18.30
Il mago della pioggia. Si può imparare a guidare sull'acqua o si nasce capaci?
Con Piero Martini /ex pilota F1 e vincitore della 24 ore di Le Mans; Giancarlo Minardi /talent scout; Paolo Barilla /ex pilota di F1 e vincitore della 24 ore di Le Mans; Jean Alesi /ex pilota di F1; Erik Comas /ex pilota di F1
19 settembre, ore 18.30
La meticolosità è il mio mestiere. Nessuno pignolo come Senna
Con Giorgio Ascanelli /ingegnere di pista di Ayrton; Emanuele Pirro /pilota F1 e collaudatore McLaren per Ayrton; Achille Parrilla /proprietario della DAP e raffinato pilota di kart; Interventi dal Brasile in video
10 ottobre, ore 18.30
Perché nessuno comunicava come lui
con Alessandro Del Piero /calciatore, grande fan di Senna; Antonio Ghini /capo della comunicazione di Ferrari, Renault e Lamborghini; Andrea De Adamich /ex pilota e voce di Mediaset ai tempi di Senna; Ezio Zermiani /voce Rai della F1,
In collaborazione con Choramedia, infine, un podcast in tre episodi intitolato Ayrton Senna forever racconta "la straordinaria corsa di un ragazzo Brasiliano dallo sguardo malinconico diventato un grande pilota di Formula Uno e un campione ineguagliabile". Il link per ascoltarlo.
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Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
E corro veloce per la mia strada
Anche se non è più la stessa strada...
ricordo tutto perfettamente, come fosse ieri. Grazie
P.s.: Il MauTo e' bellissimo