Libricette, i ricettari del web contro lo spreco alimentare
Una libreria web di ricettari gratuiti curata da Paola Uberti, con diversi ebook contro lo spreco alimentare. Accorgimenti pratici e tante idee creative, persino con l'aceto dei sottaceti!
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Oggi si parla di spreco alimentare. Mi è capitato per le mani un articolo con numeri impressionanti e Paola Uberti, comunicatrice enogastronomica e fondatrice di Libricette, qui spiega come sia possibile evitare lo spreco anche con ricette sorprendenti e veloci.
Paola Uberti: le Libricette contro lo spreco alimentare
Alzi la mano chi non si è mai trovato del pane ammuffito o delle zucchine molli, che ha dovuto buttare, con grande rabbia per lo spreco. E anche con un certo senso di colpa, se cresciuto con genitori che, davanti al rifiuto di terminare un piatto, ricordavano i bambini affamati in Africa.
Leggevo recentemente che lo spreco alimentare in Italia vale 12,6 miliardi di euro all'anno, più della metà dei quali riguarda i consumi e lo stile di vita domestico, ovvero è responsabilità di tutti noi. Mi è venuto naturale pensare a Paola Uberti, comunicatrice enogastronomica che ho conosciuto al perduto Festival del Giornalismo Alimentare e che è autrice di un progetto bello e intelligente come Libricette, la prima libreria web dedicata ai ricettari di cucina, piccoli ebook scaricabili gratuitamente. E alla base dei ricettari pubblicati da Paola c’è la sostenibilità del cibo.
- La sensibilizzazione contro lo spreco alimentare è parte essenziale del tuo lavoro di comunicatrice enogastronomica. Perché questa scelta?
Ho iniziato a occuparmene nel 2016, quando ho avviato il progetto Libricette, mettendo a frutto l'esperienza maturata con un blog di cucina aperto nel 2011. Ho sentito da subito il dovere e la responsabilità di fare qualcosa di concreto, anche nel mio piccolo, offrendo soluzioni davvero praticabili a chi cucina tutti i giorni in casa. Da un certo punto di vista è un po' una missione, perché ho iniziato a inserire lo spreco alimentare anche nei progetti che propongo ai miei clienti e i riscontri sono positivi.
- C'è stato un miglioramento negli anni all'attenzione delle piccole aziende e delle persone che cucinano?
Sì, assolutamente, prima era un tema di nicchia, quasi un filone narrativo a se stante, adesso è parte di una presa di coscienza. Non si tratta più solo di ricette su come riciclare gli avanzi di un piatto pronto, c'è proprio una maggiore sensibilità. Quelli che prima erano compartimenti stagni della lotta allo spreco alimentare, sono confluiti in quella che è la sostenibilità del cibo a 360°, che comprende molte cose: evitare lo spreco degli alimenti, certamente, ma anche sapere da dove questi arrivano, come vive e come viene trattato chi li produce. Lo spreco alimentare è un fenomeno molto grave, con conseguenze sociali ed economiche che tendiamo a sottovalutare e anche a ignorare.
- Leggevo che le famiglie sono responsabili di circa la metà dello spreco alimentare. Qual è l'errore che commettiamo tutti e che sarebbe ampiamente evitabile?
Prima preciserei che nella filiera alimentare sono coinvolti tanti attori, produttori, distributori, consumatori e, in percentuali diverse, sono tutti responsabili di perdite e di sprechi alimentari. Tornando alla tua domanda, il peccato di cui ci macchiamo un po' tutti è che compriamo troppo, parlo ovviamente di chi gode del privilegio di poter scegliere liberamente cosa mangiare. Compriamo troppo, conserviamo male, non siamo ben informati, perché spesso confondiamo la data di scadenza con il termine ultimo di conservazione. Ci sono cibi come lo yogurt o come la pasta, per esempio, che, se ancora integri, possono essere consumati anche qualche giorno dopo la data di scadenza, mentre altri cibi devono essere purtroppo smaltiti se non consumati.
- C'è qualche comportamento sbagliato, facilmente evitabile, che ti spiace di più?
Direi il comprare troppo, perché penso che all'interno della sostenibilità del cibo ci debba essere una forte componente etica. Non tutti hanno la fortuna di poter scegliere liberamente il cibo e penso che la bulimia dell'acquisto, lasciami chiamarla così, pensando alle situazioni più drammatiche, mi ferisca di più. Alla pari ti direi anche l'impatto economico e ambientale dello spreco alimentare: ogni cibo richiede energia, risorse, lavoro per essere prodotto e altrettanti nel momento in cui diventa rifiuto e dev'essere smaltito. E pensare che circa un terzo del cibo prodotto nel mondo oggi viene sprecato, nel senso che non raggiunge le persone che potrebbero usufruirne, è agghiacciante. Leggevo dati della FAO secondo i quali lo spreco di olio d'oliva e degli altri oli prodotti da semi oleosi corrisponde a circa 11mila piscine olimpiche: a volte bisogna visualizzare per capire quanto è drammatico e inquietante. Bisogna comprare con equilibrio, anche nel rispetto di chi non può farlo. Spesso ci chiediamo "cosa mangio oggi?", ci sono invece persone che si chiedono "mangio oggi?" È una cosa su cui rifletto molto spesso.
- Un tuo modo di sensibilizzare contro lo spreco alimentare è Libricette, un progetto molto personale, di cui tutti possono usufruire.
È nato nel 2016, quando ha deciso di trasformare la passione in lavoro. Tanti anni fa con altri blogger avevamo creato monografie dedicate a ingredienti o piatti specifici, in cui ognuno proponeva le proprie ricette sull'argomento. Avevo curato la parte grafica ed è stato naturale pensare poi a una libreria di ricette, realizzata in molti casi con altri blogger, di cui mi fido al 100%. I libri sono gratuiti e possono essere scaricati dal sito di Libricette. Alcuni sono completamente autofinanziati, altri sono ricettari realizzati per le aziende con cui lavoro, vere monografie per valorizzare l'uso dei loro prodotti, come il cacao o la birra. I ricettari di Libricette hanno anche una forte componente culturale perché cultura e cibo sono per me inscindibili.
- Negli ebook contro lo spreco alimentare proponi ricette molto sfiziose come il brodo vegetale a freddo, a cui non avrei mai pensato.
È il mio grande orgoglio, sono partita dall'idea delle infusioni, perché avevo collaborato con un Maestro del Gusto che lavorava nelle infusioni a freddo. Mi sono detta "ma perché non provare con le verdure?" C'è voluto del tempo, ma il risultato è straordinario e permette di risparmiare la corrente elettrica o il gas e di riutilizzare quelle erbe aromatiche un po' appassite che andrebbero altrimenti perdute. Se di provenienza sicura, si possono usare le bucce di cipolla, le foglie di sedano, i prodotti che si hanno nel frigo, insomma: il limite è la creatività.
- Sui tuoi social ho visto anche le chips di bucce di patate.
Non solo, ho molto amato anche un'altra idea, che usa l'aceto dei sottaceti per marinare le patate, tagliate sottilissime, prima della frittura. Si tratta di un aceto che non ha un profilo organolettico complesso perché la funzione è solo conservare l'alimento, ma in base al prodotto che ha conservato assume sfumature che poi le patate marinate riprendono, lasciando un retrogusto che a me piace tantissimo. In questo modo si dà una seconda vita all'aceto.
- Quanto studio c'è dietro queste ricette e cosa ti diverte provare?
Lo studio è tantissimo, sono ore e ore di ricerca, di idee che poi magari non funzionano. Mi diverte tantissimo imparare continuamente in cucina, mi piace provare tutto, assaggiare, dare equilibrio.
- Chi assaggia i tuoi esperimenti?
Mio marito è il principale assaggiatore, ha un ottimo palato ed è molto creativo in cucina. Poi c'è mio padre, un inossidabile 88enne a cui porto spesso le mie prove, lui assaggia, mi chiama e commentiamo insieme. Ci sono gli amici più cari, che sono la nostra famiglia: spesso nelle cene che organizziamo provo i piatti a cui sto lavorando perché so che le loro osservazioni sono obiettive, non mi dicono sì perché mi vogliono bene, insomma. Ascoltare gli altri pareri è fondamentale.
- Una ricetta veloce da consigliare per evitare lo spreco dei prodotti che in cucina tendiamo a sprecare di più.
Sicuramente la verdura e gli ortaggi sono tra i cibi più sprecati, insieme alla frutta. Utilizzo molto le minestre one pot, ovvero tutto in pentola: permettono di recuperare anche gli ortaggi a rischio, tipo la zucchina diventata troppo morbida, o la foglia di verdura un po' appassita; si taglia tutto delle dimensioni che si preferiscono per un minestrone, poi si mette in pentola con un filo di olio extra vergine di oliva, sale, acqua calda e un ingrediente per me ormai irrinunciabile, ovvero le verdure essiccate per brodo vegetale, in vendita nei negozi di alimenti sfusi, senza conservanti, solo per dare sapore. Poi si mangia così oppure si frulla tutto e si trasforma in crema. Una ricetta risparmia tempo ed energia, che evita lo spreco di verdure non freschissime. D'estate mi piace prepararla solo con i pomodori, aggiungendo un giro di yogurt acidino, basilico e un filo di olio crudo.
Potete scaricare i ricettari di Libricette da www.libricette.eu
Trovate Paola Uberti su Instagram @paola.uberti.cucina
P.S.
Mi trovate anche su cosedispagna, newsletter dedicata alla Spagna, alla sua cultura e alla sua attualità.
Nell'ultimo articolo pubblicato, focus sul Santiago Bernabéu, glorioso stadio del Real Madrid. Recentemente è stato trasformato in uno spazio polifunzionale e ospita concerti quasi quotidiani. Sembrava una ricetta vincente, per tenere in ordine il bilancio, ma il Real non aveva fatto i conti con l’inquinamento acustico e le proteste dei residenti. E adesso deve rivedere i suoi piani (e il suo stadio).
Il Real Madrid si arrende e sospende i concerti al Santiago Bernabéu
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grazie! Un argomento che mi tocca moltissimo. Sono cresciuta col mantra dei miei "il cibo non si butta". Ho sempre tentato di fare del mio meglio.., ma qui ho scoperto nuove idee!