I posti del cuore: Sanlúcar de Barrameda
Sull'estuario del Guadalquivir, per secoli controllò i traffici commerciali con le Americhe, poi divenne una delle tre città di santi in cui l'aristocrazia spagnola trascorreva la villeggiatura
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Oggi uno dei miei posti del cuore. L'estate volge al termine e l'autunno porta in Andalusia, una delle stagioni migliori per amarla. Sulla costa atlantica c'è Sanlúcar de Barrameda, che conserva un prezioso passato aristocratico ed è maestra dello stile di vita del sud.
I posti del cuore: Sanlúcar de Barrameda
Ultimamente per letture e lavoro ho incrociato spesso Sanlúcar de Barrameda e, come si suol dire, mi si sono sbloccati non uno, ma molti ricordi. Siamo sulla riva meridionale dell'estuario del Guadalquivir, sull'altra c'è il Parco di Doñana, magnifica riserva naturale, tra le più importanti d'Europa. Posti da visitare senza fretta, per godersi la lentezza del sud.
Sanlúcar de Barrameda è uno dei tre santi in cui l'aristocrazia di fine Ottocento-inizio Novecento amava trascorrere la villeggiatura. Gli altri due sono Santander, oggi capoluogo della Cantabria, e San Sebastián, una delle città basche più belle (in euskera, la lingua basca, si chiama Donostia). Sanlúcar è a sud, tra il Guadalquivir e l'Oceano, su cui soffia la brisa marinera, la brezza dell'Oceano, che rende il caldo più sopportabile, le altre due sono sulle coste settentrionali, affacciate sul Golfo di Biscaglia. L'aristocrazia non amava il caldo della meseta e della stessa valle del Guadalquivir e correva verso i climi più freschi. Le tre città sono molto diverse tra di loro, per ovvie ragioni, ma di quell'epoca dorata conservano una certa eleganza architettonica. A Sanlúcar, lungo le spiagge e non solo, capita di incrociare residenze della Belle Époque, ristrutturate senza tradire il loro encanto.
Tra i palazzi più importanti, c'è quello dei Duchi di Medina Sidonia, uno dei casati più potenti dell'Andalusia, Grandi di Spagna con estesi latifondi e, soprattutto, uno degli archivi privati più importanti d'Europa, con documenti storici messi a disposizione dei ricercatori. A mettere ordine tra gli oltre 6mila fascicoli che lo costituiscono, doña Luisa Isabel Álvarez de Toledo y Maura, nota anche come la Duquesa roja, la Duchessa rossa, la cui vita sarebbe degna di un film. Come si può facilmente intuire, era notevolmente di sinistra, simpatizzò per la Revolución cubana, protestò contro Francisco Franco accanto agli agricoltori e fu per questo arrestata; liberata, se ne andò in esilio e tornò solo alla morte del dittatore. Sposata con l'aristocratico Leoncio González de Gregorio y Martí, ebbe da lui tre figli e, dopo la separazione, si legò alla tedesca Liliane Dahlmann, conosciuta al matrimonio del primogenito, e rimase con lei per vent'anni; la sposò sul letto di morte, solo per lasciarle in mano la Fondazione, da lei voluta per gestire il patrimonio, e per fare, fondamentalmente, un dispetto ai figli, che stimava poco. La contesa dell'eredità dei Medina Sidonia tra la vedova e i figli della Duchessa ha occupato le cronache per anni. Al di là delle vicende personali, la Duchessa dedicò buona parte della sua vita all'Archivio, che catalogò e mise poi a disposizione di studiosi e ricercatori.
Un bel modo per arrivare a Sanlúcar de Barrameda, un modo insolito, è la crociera che parte da Siviglia e affronta le anse finali del Guadalquivir, fino all'estuario. La crociera dura quattro ore, che sono tante, ve lo dico subito. Superate le chiuse, che dal canale che divide in due Siviglia immettono nel vero Guadalquivir, succede poco. Nel senso che il paesaggio si fa pianeggiante, il dislivello fino all'Oceano è di poche decine di metri, per cui si procede lentamente, in un paesaggio piano e per lo più rurale. L'ultimo ponte è a Siviglia e nelle poche cittadine che si attraversano, l'ultima è Puebla del Río, a pochi km dalla città, si vedono le chiatte che portano le auto da una riva all'altra del fiume. Sembra di stare nella Bassa Padana di qualche decennio fa, ma si pensa alla lentezza, per l'appunto, e al rispetto della natura. Non ci sono ponti, da Siviglia all'Oceano, anche perché presto il fiume si addentra nei territori di Doñana, dove la presenza umana è limitata per fare meno danni possibili ai delicati equilibri della riserva. La lentezza può rendere impazienti, ma sarebbe sbagliato. Meglio usarla per guardarsi bene intorno: paesaggi, nidi di uccelli sconosciuti, natura incontaminata, rari passanti con i loro cani; ripensandoci oggi, sono contenta di quella crociera. La rifarei? Onestamente no (nel senso che basta una volta). La consiglierei? Sì, senza dubbio.
La nave da Siviglia attracca nei pressi della Fábrica de Hielo, un edificio ricoperto di azulejos, piastrelle, che dicono sia un Centro de Visitantes, un centro per i visitatori; ci credo sulla parola, perché io l'ho sempre trovato chiuso (diciamo che i miei orari sabaudi e quelli del sud andaluso non sempre coincidono). Bisogna camminare una decina di minuti lungo la Avenida Bajo de Guia per arrivare all'ampia Calzada Duquesa Isabel I, che porta nel centro storico di Sanlúcar e nella plaza del Cabildo, il cuore della città. Qui ci sono i bar all'aperto con le loro terrazas, la gente ai tavolini che guarda chi passa e la vita che scorre lenta. È anche il posto migliore per assaggiare le tapas della cucina sanluqueña; Sanlúcar è stata Capitale Gastronomica della Spagna, grazie al fiume, all'Oceano e alle fertili pianure dell'entroterra, che le offrono pesce, frutti di mare, ortaggi, vini e carne di ottima qualità.
Dalla plaza del Cabildo iniziano le salite, che portano ad alcuni dei posti più belli della cittadina, il Palazzo dei Duchi di Medina di Sidonia e quello dei Duchi di Montpensier (l'attuale Municipio) e, poco più su, il Castello di Santiago, costruito nel XV secolo dai Medina Sidonia, sia per dare ristoro ai naviganti illustri, sia, soprattutto, per controllare l'estuario del fiume. Nei primi secoli dopo la scoperta dell'America, il Guadalquivir era navigabile fino a Siviglia e lì, nell'attuale capoluogo andaluso, arrivavano le navi con le ricchezze delle colonie americane. Il controllo del Guadalquivir era dunque essenziale per il Regno di Spagna e la famiglia che ne era a guardia godeva di un immaginabile potere. Il Castello di Santiago appare possente, con torri solide, ed è uno dei più belli dell'Andalusia; al suo interno ci sono molte sale, spesso spoglie, un Museo degli Abiti e uno delle Armature, che portano indietro nei secoli. Da non perdere, però, il punto più alto, nel cammino di ronda, che permette una vista meravigliosa su Doñana, l'Oceano Atlantico e il faro di Chipiona, che indicava l'ingresso al Guadalquivir alle navi in arrivo dall'America.
Ritornando verso la città bassa, vale la pena una sosta per ammirare lo stile mudéjar del Palacio de Orleans-Borbón, adesso sede del Comune, e il suo magnifico giardino; fu costruito dall'ambizioso principe Antonio d'Orleans, ultimogenito di Luigi Filippo di Francia, e dalla moglie Luisa Fernanda, figlia di Ferdinando VII di Spagna, per la loro villeggiatura e divenne poi la loro residenza prediletta. Merita un passaggio il Mercado de Abastos, il mercato coperto, famoso, manco a dirlo, per il suo pesce e per i frutti di mare, pescati nell'Atlantico. Si arriva così nell'animata plaza de San Roque, per una pausa. E attenzione alle pause in Andalusia, che tra tapas, cervecita, birra, a qualunque ora, spingono allo stile di vita locale. Meno male che la calle Ancha (via Larga) è poco lontano. È la via commerciale, una delle poche larghe e pianeggianti, ma i sanluqueños la usano più che altro per le classiche passeggiate da vedere e farsi vedere.
Sono stata diverse volte a Sanlúcar, per il suo stile di vita e per i suoi paesaggi. Non è come Siviglia o Cadice, che partirei anche domani per tornarci, ma quando leggo di lei, mi si sbloccano i bei ricordi. Ha un posto speciale nel mio cuore, sì.
PS In Andalusia d'estate non ci andrei mai, ma se nei giorni di Ferragosto siete da quelle parti, non perdetevi le corse dei cavalli sulla spiaggia, tra le più famose di Spagna.
P.S.
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Nell'ultimo articolo, racconto la storia della Nueve, la Nona Compagnia della Divisione Leclerc, la prima a entrare a Parigi il 24 agosto 1944. Era composta essenzialmente da soldati spagnoli repubblicani, fuggiti dopo la Guerra Civile. Sono stati dimenticati per decenni, sia dalla Spagna che dalla Francia, per ragioni diverse. Poi il recupero del loro coraggio e della loro generosità, mal ripagata dagli Alleati.
I soldati repubblicani spagnoli della Nueve, che liberarono Parigi
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Che storie bellissime, la duchessa mi ha folgorato e i tuoi ricordi mi hanno acceso una scintilla: due settimane fa una mia amica ha fatto proprio quella crociera, per lavoro (è una fotografa). Mi sembra una bellissima coincidenza quando un posto torna a raccontarsi a me per due volte a così breve distanza da due persone diverse.
ma la bellezza dei posti e della storia? Grazie