Sara Mostaccio, alla Maratona di Atene con l'energia dell'Etna
Su Kalò Dromo, la giornalista siciliana racconta la sua preparazione alla corsa. Qui mi spiega le cose belle che sta scoprendo di sé. Dalla costanza ai limiti (autoimposti?) che si superano.
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Oggi voliamo in una terra che ho nel cuore e che è dominata da una montagna preziosa, l’Etna. Qui Sara Mostaccio si sta preparando alla Maratona di Atene: un’idea nata in un giorno di pioggia in Grecia e che le sta rivelando come, a volte, i limiti possano essere più in là.
Sara Mostaccio: la Maratona mi sta insegnando che i limiti si superano
Substack è una piattaforma piacevole, che invita all'incontro, al dialogo, all'approfondimento e che permette di conoscere persone che fanno cose belle. Tra gli incontri che mi ha regalato in questi mesi, quello con Sara Mostaccio, giornalista e traduttrice siciliana. Mi sono iscritta alla sua newsletter Io viaggio in poltrona e da lì ho scoperto l'altra sua newsletter Kalò Dromo, a cui mi sono presto appassionata.
Sara si sta preparando alla sua prima maratona: correrà ad Atene, il 10 novembre sullo storico percorso compiuto da Filippide nel 490 a.C. Condivide post di aggiornamento sugli allenamenti, di pensieri e dubbi, di musica, podcast e paesaggi che la accompagnano durante le corse. La si legge con piacere e poi alla fine è naturale fare il tifo per lei (il 10 novembre, sarò tra i tanti idealmente ad Atene, ad aspettare il suo ingresso nello Stadio Panathinaikos, che lei, come gli ateniesi, chiama Kallimarmaro). E, adesso che l'appuntamento si avvicina, mi è sembrato naturale chiederle di raccontarmi come è stato questo lungo viaggio verso Atene, cosa ha scoperto nel cammino e se ne è valsa comunque la pena.
- Giornalista e traduttrice, a un certo punto decidi di correre la Maratona di Atene. Perché questa sfida?
Volevo fare una cosa nuova, ogni tanto mi prende questo desiderio di novità. Pensavo di mettermi alla prova con qualcosa di totalmente folle, fuori dalla mia portata e che richiedesse un percorso per arrivarci. Ero ad Atene, in una giornata di pioggia; stavo cercando riparo, sono passata davanti allo Stadio di Kallimarmaro e ne sono stata improvvisamente attratta: mi sono visualizzata mentre entravo alla fine della maratona. Così, tornata in Sicilia, ho iniziato ad allenarmi, ma in modo discontinuo, senza convinzione. Poi ho chiesto aiuto a un allenatore e ho iniziato a lavorare seriamente; per arrivare fino a qui c'è stato un percorso lungo, molto faticoso. Quando mi sono lanciata, non avevo idea della portata della cosa.
- Immagino tutti gli allenamenti e gli esercizi intorno alla corsa vera e propria.
Sì, ci sono tante cose a cui uno non penserebbe. Adesso mi alleno tutti i giorni, faccio pesi, allenamenti per i muscoli, corro, lavoro sulla tecnica di corsa per migliorare l'appoggio e i movimenti. Anche l'alimentazione dev'essere calibrata sulla corsa. E poi la preparazione per attivare il corpo prima dell'allenamento e lo stretching finale. Sono molte ore, circa tre al giorno; alla domenica, quando faccio le corse lunghe, anche mezza giornata.
- Disciplina, costanza, determinazione, cosa stai scoprendo di te, che non avresti mai pensato?
La costanza, sicuramente, perché mi annoio facilmente e sono alla ricerca spesso di cose nuove. È un anno e mezzo che mi alleno tutti i giorni e ho scoperto che anche la costanza si allena, alzandoti tutte le mattine anche se non hai voglia. E poi mi sono resa conto che posso superare i miei limiti, che magari mi sono creata io stessa. Ho scoperto che il mio limite era più in là, o forse l'ho spostato io, faccio cose che non pensavo di poter fare.
- Hai anche scelto di pubblicare pensieri, parole ed emozioni in una newsletter, in cui racconti anche paura, delusioni e fallimenti, come mai questa scelta?
Scherzando dico sempre che è stato un modo per costringermi ad andare ad Atene, perché ormai lo sanno tutti. In realtà avevo voglia di fissare questo percorso in un diario e, siccome avevo appena iniziato l'avventura di Io viaggio in poltrona e mi piace l'ambiente di Substack, che mi ricorda un po' i primi blog, con una condivisione più amicale e meno performativa, ho deciso di scriverne in una nuova newsletter. Mi seguiranno i tre che obbligherò io, mi ero detta, ma invece ho scoperto che è un argomento che interessa anche persone che non corrono [eccomi, presente!], perché ci sono riflessioni che mi vengono dalla corsa e che, però, si possono applicare anche in altri ambiti della vita. Il rapporto con se stessi, con il limite, con gli obiettivi e con il fallimento, alla fine sono cose che fronteggiamo tutti.
- Cosa ti dicono le persone che hai più vicino?
Che è una follia, ma mi sostengono e tifano tantissimo per me. Mi danno molto più coraggio di quanto io ne do a me stessa e vedono quanto mi sto impegnando.
- E dopo la Maratona di Atene, ce ne saranno altre?
Non saprei dire, magari mi passerà la voglia di correre per sempre, come mi dice qualcuno che ha già corso. Altri sostengono che sul momento giuri che non correrai mai più, ma, passato un po' di tempo ci ripenserai e finirai con iscriverti a un'altra maratona. Non so prevedere cosa farò. Penso di continuare a correre, perché mi piace e lo trovo un grande momento di libertà, in cui mi dedico a me stessa. È un tempo in cui mi è capitato anche di trovare soluzioni a problemi su cui mi rompevo la testa da giorni. In corsa libero la testa dai problemi, penso solo a correre. I pensieri sono totalmente liberi, lontani dall'obbligo dall'agenda.
- Una curiosità, correrai ad Atene perché hai una passione per la Grecia che ti accompagna da sempre. Da dove nasce?
Risale allo studio del greco classico, al liceo, che mi ha trasmesso l'amore per il Paese in cui viaggiavo di tanto in tanto. Poi, dopo l'università, ho incontrato la docente di lingua neo-greca dell'università di Catania e mi sono iscritta di nuovo all'Università solo per per seguire i corsi di lingua greca. E quando impari la lingua di un Paese senti di più le affinità. Da lì ho iniziato a lavorare con la Grecia e cerco di tornare tutte le volte che posso.
- Da una parte la Grecia, dall'altra la Sicilia, con i suoi paesaggi e la sua forza. Quanto influisce la tua isola in questo percorso verso la Maratona?
Io ho una teoria pazza, secondo cui sento l'energia del vulcano che mi dà la spinta: mi sento da sempre figlia del vulcano, lo sento affine, non per carattere, ma per natura fisica. Io non sono supervulcanica e socievole, sono l'opposto, ma sento di avere quest'energia sopita, pronta a venire fuori quando serve e spero che venga fuori ad Atene. Il vulcano per noi che viviamo ai suoi piedi è una presenza viva, si sente, difficile da spiegare a chi non cresce con l'Etna accanto. Sono convinta che l'impulso energetico ci sia.
Trovate Sara Mostaccio su Kalò Dromo
Ma vi consiglio di leggerla anche su Io viaggio in poltrona
P.S.
Mi trovate anche su cosedispagna, newsletter dedicata alla Spagna, alla sua cultura e alla sua attualità.
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Grazie Laura! Riesco a fermarmi per leggerci solo ora a sera fatta, ma sono contentissima di essere stata tua ospite. Ne parlerò anche su Kalò Dromo di domani, vado a scriverla subito.