Idee per letture estive
Non ci sono best-seller né le ultime uscite in libreria (tendo a non leggere né gli uni né le altre). Un viaggio tra ironia e leggerezza, anche in Paesi ed epoche lontane, per pensieri e riflessioni
Questa è venividiscrissi, una newsletter su cose viste, provate e apprezzate; a volte interviste, a volte reportage, a volte riflessioni. Storie, viaggi, architettura, serie tv, libri, gli argomenti principali, ma non gli unici.
Oggi vi indico cinque libri che ho letto e che ho amato, come proposta di lettura per le prossime settimane estive. Le più calde. Alcuni li ho riletti diverse volte, altri li ho appena scoperti: se li conoscete e vi sono piaciuti, fatemi sapere!
Cinque libri per le letture estive
Si dice che d'estate si legge di più, grazie alle vacanze e ai vuoti pomeriggi d'ozio (semicit.). A me capita di leggere molto in certi periodi e quasi niente in altri: non le stagioni, ma gli stati d'animo. Mi capita di leggere di tutto, spesso rileggo i libri che ho amato; a volte mi ritornano in mente frasi e situazioni e penso a quanto in fondo fossero reali e non frutto di fantasia. Insomma, vi lascio qualche libro che ho molto amato, che magari vi ispira per letture sotto l'ombrellone od ovunque decidiate di passare una giornata d'ozio. C'è molta letteratura ispanica, perché, quando mi sono resa conto che potevo leggere in spagnolo capendo tutto, mi sono buttata sulla letteratura spagnola e su quell'immensità che è Latinoamérica (e, da buona Acquario, meno un autore è conosciuto e apprezzato in Italia, più mi incuriosisce).
La resa del leone
In spagnolo A sus plantas rendido un león (Ai suoi piedi un leone arreso), un verso dell'inno argentino che fa riferimento a una sconfitta dei britannici durante una tentata invasione dell'Argentina, nel 1806. Ho scoperto Osvaldo Soriano, autore argentino scomparso troppo presto, con questo libro, preso in biblioteca a Torino (quante chicche nelle biblioteche!) e ambientato nell'immaginario Stato africano del Bongwutsi ai tempi della guerra delle Falkland (1982). È un libro corale, con numerosi personaggi bizzarri, a cominciare dal finto console argentino Bertoldi, che ha una tresca con la moglie dell'ambasciatore britannico, interrotta dall'invasione dell'arcipelago sudamericano. Nel frattempo, a Ginevra, il guerrigliero africano Michael Quomo vuole approfittare della distrazione mondiale per organizzare un colpo di Stato nel suo Bongwutsi e per questo chiama il terrorista irlandese O'Connor, che spedisce nel consolato argentino, da Bertoldi. Se avete memoria della Guerra Fredda e familiarità con sigle come IRA, OLP, ETA, KGB, CIA, e poi i libici, i cubani, gli arabi e gli israeliani, con relative alleanze dell'epoca, vi divertirà per ritmo rapido e situazioni surreali; i personaggi sono divertenti, il filo della storia è farsesco e irriverente, ma perfettamente logico e credibile, e Soriano ci dimostra come il mondo sia un villaggio globale un po' folle, con equilibri sempre instabili.
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Il pittore di battaglie
Arturo Pérez-Reverte è uno degli autori che amo di più. Il suo La pelle del tamburo, ambientato a Siviglia, è uno dei miei libri preferiti di sempre, insieme alle Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Ma il libro che in queste estati di guerra non riesco a dimenticare e mi torna continuamente in mente è Il pittore di battaglie. Duro, feroce e amaro, ma anche emozionante e disperato, è stato ispirato a Pérez-Reverte dalla sua esperienza di inviato di guerra (il desencanto che caratterizza tanti suoi libri si deve a questo e su questi temi intervisterei don Arturo domani stesso). Siamo in Andalusia, regione che torna spesso nei libri dell'autore di Cartagena, in un'antica torre sul mare (e anche il mare è presenza fissa nella poetica di Pérez-Reverte): l'ex fotografo di guerra Faulques si è ritirato qui, per dipingere un murale di denuncia contro tutti i conflitti bellici. E qui viene raggiunto da Ivo Markovic, soldato che ha fotografato casualmente durante la guerra nei Balcani. Una foto che, finita su tutti i magazine, ha permesso ai nemici di riconoscere Ivo e di portargli via tutto, casa, amore, famiglia (cosa può fare una foto). Così l'ex combattente ha deciso di vendicarsi uccidendo il fotografo. Ma prima vuole conoscerlo. E nel loro dialogo si ritrovano elementi comuni: la crudeltà della guerra (ci sono scene che non ho mai superato), il dolore, l'amore per le donne perdute e anche per l'arte. Un libro duro e imperdibile, che non si dimentica.
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Soldati di Salamina
L'unico libro che ho letto di Javier Cercas, nonostante lo ammiri come intellettuale lucido e attento (ha pronunciato una lezione magistrale al Salone del Libro di Torino nel 2018 contro i nazionalismi e a favore dell'Europa unita che ho ancora nel cuore). Nella lista dei libri da leggere in questo periodo ho finalmente Anatomia de un instante, ma qui parliamo di Soldati di Salamina, che è una mescola di storia e finzione, di presente e passato, con al centro un episodio inventato della Guerra Civile spagnola. Siamo in Catalogna e, verso la fine della guerra, Rafael Sánchez Mazas, uno dei fondatori della Falange spagnola, finisce prigioniero dei repubblicani, riuscendo a scampare alla morte grazie a un miliziano. Torniamo al presente e troviamo un giornalista, alter-ego di Cercas, che indaga su quel lontano (e inventato) episodio per scoprire chi fosse il soldato repubblicano che ha salvato il falangista. Nelle sue ricerche, si imbatte nella figura di Miralles, che combatté con i repubblicani in Spagna e poi finì a far la guerra in Africa per i francesi. E, pensando a mio nonno e a tutti gli uomini che hanno combattuto in guerra, per portare avanti una bandiera, al leggere le ultime 30 pagine di questo libro, ho pianto (non mi sono mai commossa, leggendo libri, neanche per Il pittore di battaglie, che pure ha scene che non posso dimenticare). Che potenza, nelle parole di Cercas.
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La libreria dei gatti neri
Mi sono resa conto che è l'unico libro italiano tra quelli di questa lista ed è anche l'ultimo che ho letto, su consiglio di un'amica. Scritto da Piergiorgio Pulixi, si svolge a Cagliari, anche se non ha niente di particolarmente sardo. Marzio Montecristo ha aperto una libreria specializzata in gialli, sempre sul filo del rasoio per via dei conti. Un libraio senza pazienza con i clienti e meno male che c'è Patricia, la commessa eritrea, che con sorrisi e gentilezza risolve situazioni e imbarazzi. Ma la chicca del locale è il suo gruppo di lettura: appassionati lettori di ogni età che si riuniscono per discutere del libro della settimana e che finiscono poi con l'aiutare la Polizia a risolvere vecchi cold case e un nuovo caso che sta terrorizzando Cagliari. Un misterioso assassino dà un minuto di tempo alla sua vittima per scegliere chi ammazzare tra le due persone più care: la moglie o il figlio? Il padre o la madre? E se il malcapitato non sceglie in tempo, li ammazza tutti e due. Un giallo ricco di riferimenti letterari, che si legge d'un fiato, perché la scrittura è fresca, leggera e ironica, i personaggi sono ben costruiti e merita un cenno anche la figura di Nunzia, che ha dato il via al gruppo di lettura. Avrei fatto a meno del finale, dopo la risoluzione del giallo, ma mi immagino facilmente una serie con questi esperti di crimini guidati dal libraio più maldestro che c'è.
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Anime baltiche
Ho letto questo libro su consiglio di un lettore di Gossip Reale, pagina sulle Famiglie Reali che gestisco su Facebook. Non sapevo cosa aspettarmi ed è uno dei libri più belli che abbia letto negli ultimi mesi. Jan Brokken ricostruisce l'anima dei Paesi Baltici attraverso i suoi viaggi e incontri in quelle terre e attraverso il racconto di storie comuni e storie straordinarie di quei popoli. Scopriamo così che sono nati sul Baltico personaggi arrivati ai vertici della cultura mondiale come Mikhail Baryšnikov, Sergej Ėjzenštejn, Hannah Arendt, Romain Gary, Mark Rothko. Ci sono storie spesso di violenza ed emigrazione, che però non sono mai riuscite a spezzare la caparbia resistenza di lettoni, estoni, lituani. Ho molto amato la storia triste e decadente dell'aristocrazia baltica, all'inizio del Novecento, prima che la Rivoluzione Bolscevica spazzasse via il suo mondo disuguale; ho conosciuto la parabola illuminista della Curlandia del duca Jacob Kettler e quello che era Königsberg, prima di trasformarsi in Kaliningrad. Uomini e donne tenaci, che hanno lottato per mantenere la propria identità, sempre pronti a difendersi, e spesso sconfitti, dagli invadenti giganti intorno, la Russia e la Germania, e a volte la Polonia e la Svezia. Un libro che apre le porte a un mondo a noi sconosciuto, adesso in prima linea nei nuovi equilibri europei (e si capisce perché siano i più fieri e convinti sostenitori dell'Ucraina invasa, che gli dei li aiutino sempre). Bello.
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Per dovuta trasparenza: se acquistate i libri ai link di Amazon che vi ho indicato mi verrà riconosciuta una piccola commissione.
P.S.
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Nell'ultimo articolo, parliamo di Antonio Banderas, il celebre attore che da qualche anno è tornato a vivere a Málaga per dedicarsi a quello che ama di più: il teatro. Adesso che ha le risorse economiche da investire senza paura di rimetterci, ha preso in mano il teatro Soho, con cui produce musical pluripremiati, ha lanciato cinque diversi ristoranti e ha appena presentato Sohrlin, un antico stabilimento siderurgico trasformato nel tempio delle arti sceniche con nuovi, ambiziosi progetti. Un Antonio Banderas per ogni città. Antonio Banderas, l'ambasciatore e il motore culturale di Málaga
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Che bello che tu abbia inserito anche autori spagnoli e sudamericani! Di Javier Cercas ti consiglio anche "L'impostore". Buona estate! :)
Avevo intenzione di leggere Pulixi già da un po’, credo che partirò proprio da questo libro… mi hai fatto venire voglia di leggerlo 😊